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I Ching

Stage di Modena, permanenza nella Uisp-DO

~ I Ching – Ji’an ~

Alla domanda sullo stage nazionale di Modena, passaggio obbligato per tutti gli insegnanti, l’I Ching risponde con l’esagramma 53, lo sviluppo graduale. Siamo in Uisp da quasi vent’anni: di quale sviluppo parla l’antico oracolo cinese? Un tempo eravamo di più, quando l’associazione contava quasi 1000 iscritti. Poi le spaccature, gli abbandoni, le nuove branch Itcca in Italia che sorsero come talee dall’albero madre, l’Itcca Italia. Il lento ri-sviluppo c’è, ma l’I Ching risponde più per il livello del Tai Chi, che è poi il livello di tutti noi: un suo lento graduale progredire più che la crescita dell’associazione in termini numerici.

L’albero sopra la montagna. La montagna è quella montagna di conoscenza che l’Itcca porta con sé fondando le radici nel Tai Chi più vero, direttamente quello della famiglia Yang. L’albero è la scuola, con i suoi insegnanti e allievi che crescono nei suoi rami.

Al Ginkgo abbiamo il dipinto di Gepa Comana, uno dei primi Insegnanti Itcca Italia, scomparso anni fa: in questo dipinto un albero enorme rappresenta la genealogia dei maestri di Tai Chi del passato fino ai nostri giorni. Il tempo passa e i maestri si tramutano in terra fertile che consolida la montagna. In tutto questo procedere, progredire dice l’I Ching, avvengono anche cose tristi come la vicenda di un altro ex insegnante Itcca Italia, Francesco Musitelli, che sta lasciando in questi giorni questo piano d’esistenza. Un caro abbraccio a lui.

Le linee mobili non sembrano favorevoli.

La prima:

Lo sviluppo graduale. Il cigno si avvicina alla riva. Un giovane seguace: avversità. Si spettegola; nessun errore.

Il cigno è la bellezza del Tai Chi, l’aspetto energetico. Avvicinandosi alla riva dei “giovani” lo vedono e ne sparlano. Quei “giovani” sono gli stolti che non comprendono i meccanismi energetici del Tai Chi e lo deridono. I “giovani” spesso credono di sapere tutto e se non comprendono qualcosa ne parlano male e chi non fa Tai Chi è “giovane” rispetto a chi fa Tai Chi.

L’I Ching dice: nessuna colpa; non si possono avere colpe se gli altri sono ignoranti. Si può solo andare avanti col nostro progresso graduale, sperando che questi “giovani”, prima o poi, capiscano.

Anche la terza linea è mobile.

Lo sviluppo graduale. Il cigno arriva sulla sommità. Il marito se ne va in una spedizione, non fa ritorno al suo gruppo. La moglie concepisce; non dà alla luce; ha smarrito la giusta via; sfortuna. È favorevole combattere gli invasori. Aderendo alla propria natura possono proteggersi l’un l’altro.

Qui c’è separazione. Lo Yang, l’uomo, va per la sua strada e si perde e dimentica lo Yin, la donna. Il ciclo non si completa e non ne nasce nulla, il bimbo. L’estate, nel ciclo dell’anno solare, completato il suo percorso – il cigno sulla sommità – deve declinare e tornare verso lo Yin, l’inverno; solo così il ciclo diventa produttivo. L’umanità non comprende questo e immancabilmente si perde in un mondo esterno, di apparenze.

Chi fa Tai Chi deve compiere il ciclo; lo Yi, Yang e il Qi, Yin, devono andare assieme, solo così può funzionare il “Lin Hung Jing” quando lo pratichiamo nelle file con gli allievi. Solo così vi è produzione energetica.

Un monito su cui dobbiamo riflettere, andiamo a Modena dove l’aspetto Yang del combattimento è prevalente; noi siamo troppo Yin? Sarà per questo che prima dell’estrazione dell’I Ching avevo programmato il mio stage lì sulle applicazioni marziali nel Tai Chi?

L’ultimo monito del I Ching è sui “predoni”. Ci sono sempre dei “predoni” che cercano di carpire i “segreti” del nostro sapere che abbiamo acquisito con una lunga pratica, studio e anche vil denaro. Salvaguardiamolo!