Ercole, Eracle per i Greci, è un eroe. Di Ercole si celebra la forza, ma la si associa alla forza muscolare: niente di più sbagliato!
In una delle “fatiche d’Ercole”, l’eroe affronta Anteo, un gigante molto più forte e feroce di lui.
Anteo si cibava di carne di leone. Il significato è che non aveva cuore, era solo grande e grosso e pieno di muscoli, non era certamente un “cuor di leone”.
Era invincibile sino a quando aveva i piedi a contatto con sua madre, la Terra.
Il contatto con la terra è essenziale per ogni pratica che deve esprimere forza muscolare, pensate ai sollevatori di pesi, agli artisti marziali, anche a tanti stili di Tai Chi, l’insegnamento è sempre lo stesso: radicati al suolo, prendere la forza dalla terra.
Ercole aveva una preparazione totalmente diversa, non era un bruto, aveva avuto molti maestri e sicuramente aveva conosciuto un maestro che sapeva cosa fosse l’energia e come veicolarla.
Il mito ci dice che Ercole “solleva” Anteo, gli stacca i piedi da terra. Doveva essere molto, ma molto forte, più forte di un gigante?! No, la storia di Ercole e Anteo è semplicemente la storia di un maestro che sa usare l’energia per togliere il contatto energetico dei piedi dell’avversario da terra, esattamente come facciamo nel Tai Chi, quello che il Maestro Chu ci mostra da anni nei suoi stage in giro per l’Europa.
Gli eroi sono come Ercole, nessun eroe va in palestra a “fare pesi”. L’eroe è eroe perché ha capito l’uso dell’energia nella vita: quanti eroi abbiamo nelle nostra società? Nessuno, perché neppure uno “crede” nell’energia.
Un’ultima annotazione: è scorretto l’uso dell’espressione “le fatiche d’Ercole”, perché chi sa usare l’energia non fa fatica. La fatica è sempre di chi vive nell’ego e non nello Spirito.