I tarocchi di Osho
D’estate in vacanza mi diverto e traggo spunti interessanti dal set di Tarocchi di Osho. I tarocchi sono antiche immagini simboliche che rimandano ognuna a precisi temi e Osho è riuscito a tradurre la sua saggezza usando queste carte. Si può dire di tutto su Osho, ma era molto bravo nel commentare testi sacri e testi antichi.
Alla domanda sul perché durante la pandemia alcuni insegnanti abbiano scelto di lasciare l’associazione e quale significato abbia questo per noi, è venuta la carta “Re dell’Acqua”, la guarigione.
Ecco la carta e il significato che Osho le attribuisce:
È un tempo in cui le ferite del passato, profondamente occultate, tornano a riaffiorare, pronte e disponibili a essere guarite.
La figura di questa carta è nuda, vulnerabile, aperta al tocco amorevole dell’esistenza. L’aura intorno al suo corpo è colma di luce, e le qualità di rilassamento, attenzione e amore che la circondano dissolvono la sua lotta e la sua sofferenza. Fiori di loto luminosi appaiono sul suo corpo fisico, e intorno ai corpi energetici sottili che i guaritori dicono circondare ognuno di noi. In ognuno di questi strati sottili prende forma un cristallo o uno schema di guarigione.
Quando ci troviamo sotto l’influenza guaritrice del Re d’Acqua, non ci nascondiamo più agli altri. In questa attitudine d’apertura e d’accettazione possiamo essere guariti, e al tempo stesso aiutare anche gli altri ad essere sani e integri.
Un’ottima carta, sembra una figura energetica dell’essere umano. Vi sono mani che la curano, mani che durante la forma ci curano.
È fondamentale che chiunque si rivolga al Tai Chi abbia per eventuali propri problemi una risposta Tai Chi, energetica, di vita. Il Tai Chi non vede, per esempio, un malato di Parkinson, vede un essere umano che ha bisogno di ricontattare il suo sé più profondo, la sua energia, che deve muoversi in armonia e deve respirare. Il gruppo degli insegnanti che se ne sono andati, non riusciva, per la loro formazione medica – scientifica, tecnica, a comprendere questo e con allievi, persino non loro, non uscivano dal loro ambito intelletuale: non sono mai diventati veri insegnanti di Tai Chi e Qigong.