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Fiabe

Cappuccetto Rosso

Dante “nel mezzo del cammin di sua vita” si perde. La vita che gli sembrava una strada molto diritta non lo è più e si ritrova in una Selva Oscura. Dante, accorgendosi che la vita è altro da quello che “il comun sentire” ritiene vero, entra in uno stato di consapevolezza che lo porterà ad una vera comprensione.

Purtroppo pochi riescono a fare questo passaggio, i più cercano di trascorrere la loro esistenza barricati fra rigide mura pre-costituite. Ad esempio un tempo il posto fisso in Posta era il massimo dell’aspirazione possibile per molti genitori. Basta andare in qualsiasi Ufficio Postale per capire quanto possa essere alienante lavorarci.

Il Coronavirus è arrivato per dare una spazzata a tutto questo, ma le persone, invece di intraprendere la via dantesca della consapevolezza, guidate dal Virgilio di turno che sempre arriva ad aiutare in questi casi, si sono affrettate a ritrovare quella “via diritta” che Dante, col senno di poi, ringrazierà di avere perso perché altrimenti non sarebbe arrivato in Paradiso e non avrebbe incontrato Beatrice, quella che rappresenta l’integrazione del suo essere: Yin e Yang finalmente riunificati!!

Quale lo strumento usato dagli ignari per tornare sulla retta, malefica in fondo, via? Il vaccino. Ecco lo strumento diabolico che arriva in soccorso della massa che ricerca di nuovo quelle mura sicure e protettive, ma che in fondo sono solo “la via dell’inferno, lastricata d’oro”.

Ben fa invece Cappuccetto Rosso. Anche lei si perde nel bosco esattamente come Dante. Questi incontra tre feroci animali fra cui una lupa, la nostra invece il Lupo. Sono il simbolo di quello che si teme, il lato oscuro della vita, l’incertezza, l’ignoto, il diverso. Dante ne esce ed arriva ad una comprensione amplificata, Cappuccetto Rosso riceve l’aiuto del cacciatore, anche qui lo Yin incontra lo Yang e lo scopo della propria esistenza arriva a compimento: pace, salute, felicità sono il premio.

Per il cosiddetto “uomo comune”? In India il verdetto è implacabile: bisognerà rinascere per molti Kalpa fino a che si avrà il coraggio di comprendere la Vita.

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I sobillatori di morte

È facile distinguere i sobillatori di morte: devono avere uno spazio mediatico che amplifichi il loro messaggio pestilenziale e quindi li troviamo sulle televisioNi, nei giornali, sul web, praticamente dovunque le persone possono essere influenzate malignamente dai loro proclami.


Il loro messaggio è semplice, ma ben articolato: siete tutti a rischio di morte e siete tutti potenziali portatori di morte attraverso il contagio, non uscite di casa, proteggetevi e vaccinatevi.

Il vero pericolo però sono loro perché portano la morte con loro dentro le nostre case e soprattutto dentro le nostre teste perché quando la psiche è indebolita dal continuo bombardamento mediatico la malattia trova ampi varchi nel corpo.

I virologi sono fra i peggiori, veri criminali con la mente malata che per decenni hanno studiato morte e vedono solo questa: quando un virologo appare in televisione, cambiate canale perché purtroppo la mente delle persone in questa società è debole e malsana. Nulla è stato fatto per renderla forte, anzi, decenni di falsi ideali, di bombardamenti continui di contenuti mediatici vacui e falsi l’hanno deprivata del suo naturale potere, cioè quello di “pensare con la propria testa” e di essere il principale strumento di difesa che abbiano dalle malattie.

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Salute

La gioia dei tifosi

Anche le persone più sane, quelle che capiscono che siamo in un momento folle dove non si comprende che la salute sia altro dai vaccini, fanno fatica a rendersi conto del pericolo per gli esseri umani del distaccamento sociale.

Ieri i tifosi dell’Inter per festeggiare lo scudetto sono scesi in piazza e se ne sono fregati delle distanze di sicurezza, delle mascherine e di tutto questo apparato malevolo a cui siamo costretti.

Hanno fatto bene? Hanno fatto male?
La gioia è la risposta, la gioia non conosce confini e quindi se volete vivere tristi e depressi isolatevi pure, se però volete vivere, e non è che vi rendano indietro i mesi persi, fregatevene perché l’importante per stare bene è una mente sana.

PS
Naturalmente i “sobillatori di morte”, a cui questa società ha dato enorme potere mediatico e decisionale, si sono subito gettati come cani affamati sulla preda e con le loro frasi malevoli cercano di instillare nei tifosi e in noi tutti, quei sensi di colpa che, se trovano un varco nella psiche, permettono alla malattia di attecchire nel corpo.