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I cinque grandi dell’opera e i cinque elementi

Giacomo Puccini muore di tumore alla gola nel 1924, cent’anni fa.

Non è il mio operista preferito, Bellini, Verdi, Donizetti, Rossini mi piacciono di più, ma certo, anche lui è fra i grandi dell’opera. Lui è un po’ come i Queen a confronto dei Led Zeppelin…

Cinque grandi, come i cinque elementi che studiamo nel Tai Chi. Puccini aveva il blocco del Metallo, gola. A parte il tumore si nota una frattura nelle sue opere fra caratteri maschili e femminili: non si comunicano, sono divisi, proprio come lo sono i blocchi Metallo.

Nella Bohème il protagonista Rodolfo si invaghisce della fragile Mimì, ma poco dopo si “dimentica” di lei e torna alla sua stupida vita “bohémienne. Solo quando Mimì si ammala e muore, Rodolfo torna a sentire quel sentimento d’amore che ha così facilmente nascosto a sé stesso.

Il capitano Pinkerton è il maschio alfa totalmente fesso e la povera Madama Butterfly si suicida non potendo tollerare di essere stata con uno così.

Le descrizioni di questi caratteri umani così sciocchi sono il punto di forza di Puccini e ci devono ben far riflettere sul mondo superficiale in cui stiamo vivendo tutti quanti, incapaci di amare gli altri.

Puccini pare fumasse in continuazione e che questo lo abbia. portato alla morte. Era sempre alla ricerca di qualcosa, ben espresso dall’incapacità di finire la Turandot. La risposta l’aveva però molto più vicino a sé stesso, in quell’accanimento sul fumo, in quel blocco alla gola che impediva la comunicazione fra testa e cuore. Se avesse riflettuto sul perché fumava così tanto avrebbe potuto entrare in comunicazione con se stesso.

Lascio a voi lettori il compito di incasellare gli altri quattro elementi rimasti con gli altri quattro grandi operisti.

Carlo Bergonzi nella Bohème

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