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Sul buonismo

La Pandemia è stata un’occasione per comprendere i comportamenti sociali: la società si è spaccata in due, i buoni provax e i cattivi novax. Il ritorno alla normalità sta rimettendo le cose a posto e in qualsiasi gruppo ci siamo posti è fondamentale comprendere i meccanismi del pensiero umano e la facilità con cui siamo irretiti dal cosiddetto mainstream.

Nelle università gli studi su come influenzare la mente umana spostandone l’obbiettivo, ad esempio verso un prodotto che una ditta vuole vendere sul mercato, diventano sempre più finanziati e richiesti

Questa giornalista fa una buona analisi in un video di due minuti.

C’è un meccanismo nella nostra mente, un prodotto difensivo sgraziato: “re-attivo”, e va visto con gli occhi della consapevolezza ed eliminato dalla nostra vita: lo possiamo chiamare “buonismo”, il cercare di mostrare agli altri come siamo buoni e corretti. Un meccanismo che produce danni alla nosttra e altrui vita.

Alcuni allievi mi hanno posto la stessa domanda: <ma maestro, tutto quello che lei scrive, cos’ha a che fare col Tai Chi? Io vengo a lezione per rilassarmi e imparare qualche buon esercizio per stare bene.>

Il Tai Chi si basa sul concetto taoista di:

Yi – Qi – Li

Lo Yi, la mente, comanda sul Qi, l’energia, su Li, il corpo, e quindi non può esserci miglioramento dello stato fisico senza una comprensione di come funziona la nostra psiche e, il “buonismo” è il blocco della nostra psiche che produce danni sul corpo perché è un meccanismo reattivo dell’inconscio, instillato, inserito lì da un pensare sociale, non consapevole. Potremmo dire: un tarlo nella mente.

Un esempio che si verifica ad ogni lezione lo abbiamo nell’eccessiva e controproducente re-attività muscolare che l’allievo attua quando viene testato o quando deve mettere in atto un’applicazione o che applica in uno scambio di Tui Shou con un altro allievo.

Il taoismo parla di “non azione” o di azione vuota e l’occidentale ha spesso, con la sua logica razionalista, confuso questo con il non fare nulla: l’ozio, il padre dei vizi! In realtà indica una “non re-azione”, una azione naturale al posto di ad una reazione. Per i maestri dell’Oriente l’azione naturale è quell’agire sempre in conformità con quello che accade attorno. Così, se un uccellino si posa sul palmo della sua mano, il movimento del Maestro può essere tanto sottile e delicato che l’uccellino non trova spazio per darsi la spinta con le zampette per volare via!

Se avessimo adottato questa maestria della mente durante la pandemia ci saremmo risparmiati molti conflitti umani…

La natura non è maligna, il Tao è benefico e noi possiamo affrontare tutte le situazioni rilassati nella mente e quindi anche nel corpo. Se crediamo nella malignità dell’esistenza siamo costretti ad essere buoni, ma è una reattività, è buonismo.

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