Il nostro Tai Chi non può certo essere accusato di mediocrità, anzi, per qualcuno è piuttosto elitario, ma non è neppure elitario perché semplicemente propone la realtà, quella vera: energia, respiro, benessere. Non facile, no, soprattutto in una società sempre più mediocre. Guardiamo i politici, i giornalisti, gli abitanti. Mediocri su mediocri che pare apprezzino solo il denaro.
Quando arriva un allievo non uso meritocrazia, è un allievo, sono l’insegnante, il rapporto è questo e per me tutti possono riuscire nel Tai Chi, non importa la fisicità, importa l’interesse che hanno. Se l’allievo vuole diventare insegnante, non gli pongo limiti, ma divento più esigente. Molti miei allievi sono diventati insegnanti.
Troppi? Forse sì, forse no. Questo mostra che tutti possono diventare insegnanti, ma è nel momento che lo si diventa che la mediocrità torna a galla.
Nessun essere umano è mediocre, sceglie di esserlo.
Qualche insegnante se ne va cercando un’altra scuola, un altro insegnante. Capita spesso che finiscano da qualche altro mio ex allievo che si è cercato un suo spazio da sè e sguazza nella mediocrità proprio perché non ha più una scuola da cui può continuare ad apprendere.
Perché si sceglie un insegnante sì scarso? Perché si vuole restare mediocri. Ripeto, ogni essere umano ha grandi potenzialità, ma molti rimangono scarsi perché hanno scelto di essere insegnanti di se stessi: un modello come il GM° Chu è troppo per loro.
Bisogna tornare a comprendere la psicologia, l’ego sovente non riesce, non vuole aprirsi, il maestro Chu apre, mette in discussione, fa riflettere rispetto alla nostra esistenza. Scelgo questo o quella insegnante mediocre? È facile, è comodo, non devo mettermi in gioco, con lui-lei posso fingere di non essere mediocre nella mia mediocrità.