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Il popolo bue

Quando ero giovane bazzicavo come tanti nel movimento studentesco. C’erano tante anime, ognuno aveva una sigla, noi amavamo definirci a volte anarchici e a volte, a scuola, nelle assemblee, alle manifestazioni, partecipavamo sotto il nome “Anarchici del ponte della Ghisolfa”, oppure di Avanguardia Operaia o Lotta Continua, suonavano tutte bene. Era tutto fluido, in “movimentio”, loro, i vari movimenti, erano spesso in lotta, si pestavano pure; noi, definibili anche cani sciolti, fluivamo, ci interessava la libertà.
Ricordo nei testi che leggevamo si parlava sempre di “popolo bue”, era un’espressione forte, ma dava l’idea, il popolo bue, forte lavoratore, ma bue, sottomesso.

Del movimento non resta più nulla, i più divennero imprenditori, professionisti, passarono persino dall’altra parte, i soldi attraggono molto e adesso sono i buoi di quel popolo bue che il padrone di turno marchia col green pass e a cui inietta, senza che ci sia nessuna reazione, un vaccino dietro l’altro: adesso sì che si è realizzato il perfetto “popolo bue”.

Noi? Negli anni abbiamo continuato a studiare ogni forma di liberazione per l’essere umano percorrendo altre vie, vie molto interessanti, sempre in linea con il nostro credo politico: l’essere umano e la sua salute fisica, mentale e spirituale.

Siamo rimasti sempre “cani sciolti” che scendono ancora in piazza per lottare per la libertà…