Quando ero in terza elementare venni sospeso e dovetti andare a casa da solo a piedi. Quando mai al giorno d’oggi una scuola lascerebbe andare a casa da solo un bambino di sette, otto anni?
È un mondo di persone oppresse dalla paura, oppresse dalla paura di non avere soldi e terrorizzata dalla morte. Tutto il sistema ruota su questo tema: la paura di esistere. Questa pandemia ha aperto gli occhi a molti, tanti si sono accorti della paura di chi ci governa, di chi supinamente non ha consapevolezza di un altro modo di affrontare la crisi che starsene in casa. Vedere il presidente della regione più ricca d’Italia sempre bardato con la mascherina è un’immagine irreale, brutta, pedagogicamente tragica.
Durante una pandemia di cinquanta anni fa, un milione di persone si incontrava per il concerto di Woodstock. Al giorno d’oggi non ci si può riprovare neppure fra amici. Loro hanno fatto la leggenda, noi tutt’al più faremo ridere i posteri.
La paura è quella cosa che apre la porta a tutto ciò che di male che può accaderci: la fiducia è la naturale protezione dell’esistenza.
pS
Fui sospeso perché da immigrato ancora non sapevo parlare bene l’italiano e qualche compagno mi prendeva in giro (su questo nulla et cambiato) e davanti al maestro li zittivo…
Una risposta su “Un mondo di vigliacchi”
Concordo e aggiungo:
La paura è frutto della mancanza di consapevolezza. Allora ci si conforma al gregge, e più si sta al centro del gregge e più ci si sente riparati e protetti dal senso comune. Si bella e ci si lamenta assieme al resto del gregge condotto al macello; e questa è l’unica illusoria espressione di volontà che si concede la pecora. Illusoria perché nessuna pecora sopravvive al di fuori del gregge. Finché rimane pecora!